Introduzione
Il Concilio Vaticano II, riscoprendo la Chiesa come popolo di Dio, al n. 80 della Sacrosantum Concilium afferma la necessità di revisionare, tra altri, anche il rito della consacrazione delle vergini. Una piccola e breve nota che porterà alla promulgazione dell’editio typica del rinnovato rito il 31 maggio 1970, mentre la pubblicazione dell’edizione italiana avviene dopo circa dieci anni, il 29 settembre 1980[1]. Il nuovo Codice di Diritto Canonico del 1983 riserva a questa forma di vita consacrata femminile il Canone 604.
Lentamente in Italia, già negli anni ’70, iniziano le prime consacrazioni a Vicenza e a Roma, mentre si osserva, in particolare a partire dagli anni ’90, un sensibile incremento delle donne che accedono alla consecratio virginum, donando visibilità nuova ad uno stato di vita consacrata femminile dimenticata da secoli, legata prettamente alla chiesa diocesana e al suo vescovo ed immersa nel proprio contesto lavorativo e sociale. Dal 1988 si assiste anche ad un “convenire” annuale delle consacrate da diverse diocesi italiane, quello che ancora oggi è l’Incontro nazionale dell’ordo virginum delle diocesi che sono in Italia il quale ha tracciato la ancora giovane storia di questa esperienza post conciliare tutta al femminile[2].
Attualmente in Italia sono circa cinquecento le donne che hanno ricevuto la consecratio virginum[3].
Anche nelle Marche nel 1991 germoglia questa presenza ma sarà poi nel decennio successivo che si assiste ad una vera e propria fioritura con un veloce incremento delle consacrazioni e delle diocesi che accolgono questa vocazione.
Ad oggi l’ordo virginum è presente in dieci diocesi con trenta consacrate e nove donne interessate. Alla luce dello stile plurale e paritario che si è venuto a instaurare negli Incontri nazionali, nasce anche tra le donne marchigiane l’esigenza, accanto ai fondamentali cammini diocesani, di trovare momenti di confronto e condivisione tra “diocesi sorelle”.
In particolare dal 2006, l’ordo di Macerata ha espresso il desiderio, accolto anche dalle consacrate delle altre diocesi, di incontrare i loro Vescovi per vivere insieme un momento di riflessione e scambio. Questo momento “itinerante” e queste circostanze hanno dato a tutte modo di conoscersi, confrontarsi ma anche sostenersi nei propri percorsi personali o diocesani. Pertanto ha cominciato a prendere forma tra noi la proposta di fissare un incontro interdiocesano almeno due volte l’anno[4].
Così è stato anche possibile ospitare per la seconda volta nelle Marche l’Incontro nazionale, celebrato nel 2002 nella diocesi di Macerata con l’ausilio di alcune donne della diocesi di Fano, e in seguito nel
L’amicizia e la condivisione hanno fatto scaturire negli anni anche una diversificazione delle modalità di incontro, in aggiunta ai momenti programmati durante l’anno: dalla partecipazione alle celebrazioni del Rito in altre diocesi alla condivisione degli esercizi spirituali svolti nel luglio 2012 e 2013.
All’interno di questo percorso, nel 2013 gli incontri interdiocesani hanno ricevuto lo stimolo “giusto” per proseguire con modalità rinnovate, attraverso la riflessione comune sul documento preparatorio consegnato dai Vescovi marchigiani alle nostre diocesi in vista del 2° Convegno ecclesiale marchigiano del prossimo novembre.
I momenti di incontro di gennaio, aprile, luglio e ottobre
[1]Conferenza Episcopale Italiana, Pontificale Romano, Riformato a norma dei decreti del Concilio Ecumenico Vaticano II e promulgato da Papa Paolo VI, Istituzione dei ministeri, Consacrazione delle Vergini, Benedizione abbaziale e Istituzione dei ministri straordinari della Comunione, LEV, Città del Vaticano 1980.
[2]cfr. Presentazione dell’ordo virginum in Italia al Convegno-Pellegrinaggio internazionale, Roma 14-20 maggio
[3] cfr. http://www.ordovirginum.org/index.php?option=com_content&view=article&id= 12&Itemid =10, consultato in data 9 marzo 2013.
[4] cfr. Conosciamo l’esperienza dell’ordo virginum in alcune diocesi delle Marche, in «Foglio di collegamento per l’Ordo Virginum delle diocesi che sono in Italia», giugno